Questa l’analisti di Altagamma e Bcg che ha riportato oggi, 17 febbraio 2017, La Repubblica on line | www.repubblica.it
Fondazione Altagamma | www.altagamma.it riunisce dal 1992 le imprese dell’alta industria culturale e creativa che promuovono nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiani, da Acqua di Parma ad Alberta Ferretti, da Illy Caffè’ a Cantine Ferrari, da Alessi ad Artemide, da Riva Motoscafi a Technogym. Le imprese Altagamma operano nei settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, della velocità e del wellness.
La missione è accrescere la competitività dell’alta industria culturale e creativa italiana, contribuendo alla crescita economica e sociale dell’Italia.
The Boston Consulting Group (BCG) | www.bcg.it è una multinazionale di consulenza di management e uno dei leader mondiali nella consulenza strategica di business.
Condivido pienamente con la giornalista Sara Bennewitz che “il modello deve essere ripensato perché i ricchi sono stanchi dei monomarca e di prodotti sempre uguali e sempre più cari. Anche perché a prezzi maggiori non sempre corrisponde una migliore qualità. Ripensare i negozi, ma anche l’offerta dei prodotti, rinnovare la creatività anche del servizio tornare a puntare sulla qualità. Il settore del lusso ha buone prospettive di crescita, ma nessuno può sedere sugli allori come è successo fino al 2013, quando tutte le aziende e tutte le griffe hanno collezionato crescite record.”
Nel 2016 il mercato dei beni di lusso ha raggiunto un fatturato di 860 miliardi di euro. Cresce il canale digitale sia nella comunicazione – sui social – sia sulla vendita online, mentre perde un po’ di appeal il monomarca (che resta saldo sono in Giappone e in Cina).
Dall’analisi di Bcg su 12mila consumatori dei dieci maggiori Paesi del mondo, che ogni anno spendono almeno 36mila euro in beni di lusso, emerge infatti che l’appetito per l’alto di gamma resta alto, ma che le aziende devono ripensare il modello di business, che in alcuni casi è diventato un po’ sempre uguale e monotono.
Resta fortissimo il made in Italy nel settore moda, food & beverage, automotive e design.
Le prospettive future per il settore restano rosee: i mercati importanti come la Cina (dove i consumi stanno tornando a crescere) o gli Usa (grazie al boom di Wall Street e ai nuovi piani di tagli alla fiscalità) tirano, ma l’ambiente si farà sempre più selettivo.
Per questo si tenderà ad investire sulla qualità come valore aggiunto dei beni di lusso, il cui prezzo dovrà rispettarne le caratteristiche intrinseche. Quindi consumatori best spender più attenti, selettivi, il nuovo mercato del lusso Made in Italy.